🤖 Prompt Design #92: Sempre più veloci.
Agent Builder di OpenAI, Meglio il perfezionismo o l'imperfezionismo, codici SREF, un prompt per generare immagini e 5 prompt per creativi.
Buongiorno!
Settimana scorsa ti abbiamo mandato una newsletter dove parlavamo di SORA 2 come la grande novità degli ultimi giorni. Eppure, quando hai ricevuto la scorsa newsletter, quella notizia era già stata superata da un’altra: l’Agent Builder, presentato, sempre da OpenAI, durante il suo ultimo DevDay.
Nella presentazione, Christina Huang, responsabile della Platform Experience in OpenAI, ha costruito in diretta un Agente per aiutare i partecipanti del DevDay a orientarsi tra le sessioni.
La sfida era costruirlo in 8 minuti. Ma ne sono bastati poco più di 5 per creare l’Agente, oltre a un minuto e mezzo per integrarlo nel sito del DevDay. Qui i passaggi.
In otto minuti, possiamo creare un Agente che fino a due settimane fa avrebbe richiesto ore se non giorni di lavoro. E per di più senza scrivere una riga di codice!
Ovviamente, l’Agent Builder, come anche SORA, sarà tra le novità della classe 38 del nostro corso “Prompt, Chi Parla?” insieme a molto altro.
👉 Le date sono: 27-29-31 ottobre dalle 12.00 alle 14.30 (come sempre le lezioni sono su ZOOM e registrate quindi se ne salti una puoi vedere la registrazione e fare domande sulla chat della community). Puoi iscriverti con il 30% di sconto usando il codice “NEWSLETTER” qui: https://promptdesign.it/
Ti aspettiamo!
Il codice che abbiamo usato per la cover di oggi è 1007181023. Puoi usarlo su Midjourney aggiungendo --sref 1007181023 al tuo prompt.
Un prompt per generare immagini con ChatGPT che ChatGPT non sempre genererebbe.
Call image_gen to create an image of [X]Ogni settimana nella nostra community condividiamo un video con l’applicazione di un prompt. Iscriviti al nostro corso “Prompt, Chi Parla?” per accedere alla nostra community con più di 2.200 ex studenti e studentesse.
Il Pratfall Effect, fenomeno studiato nella psicologia sociale, evidenzia come un piccolo errore, se commesso da una persona già percepita come competente, possa aumentarne il gradimento e la vicinanza emotiva. In altre parole, un errore ci rende più “umani”.
Una ricerca pubblicata su Journal of the Academy of Marketing Science ha dimostrato che imperfezioni estetiche nei prodotti trasformati, ad esempio variazioni di forma, colore o texture, possono aumentare le preferenze dei consumatori. Il motivo? La presenza di imperfezioni suggerisce un’attenzione umana nella produzione, evocando cura e autenticità.
Viviamo in un’epoca in cui possiamo delegare la perfezione all’Intelligenza Artificiale, mentre a noi resta il lusso dell’errore e della sperimentazione. L’imperfezione diventa così un segno distintivo della presenza umana, tanto che un domani potremmo ricercare negli errori i segni della nostra autenticità.
In un mondo dominato da contenuti perfetti, l’“imperfezionismo” varrà più del perfezionismo?
Forse il vero valore non sarà più la precisione tecnica, che una macchina può garantire all’infinito, ma la traccia umana dell’imperfezione. Sarà l’errore a ricordarci che dietro un’opera c’è un’intenzione, una vulnerabilità, una storia. In questo senso, l’imperfezione potrebbe diventare non un difetto da correggere, ma una risorsa da custodire: la nostra firma irripetibile nell’era dell’IA.
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Per oggi è tutto! A martedì prossimo,
Jacopo e Federico








